Le nuove insegne di Lumezzane: un dibattito linguistico

Le nuove insegne di Lumezzane: un dibattito linguistico

Davide Manfredotti – Lumezzane, terra d’eccellenza e orgoglio delle sue tradizioni, vede ora accendersi una discussione dal clima leggero riguardo alle nuove insegne poste ai valichi che accolgono visitatori e residenti. Il punto di contesa? La scritta “Lömedhane“, concepita per richiamare l’accento locale.

Il dialetto lumezzanese è da sempre stato un marchio distintivo, riconoscibile anche dalle orecchie meno esperte della provincia di Brescia. Tuttavia, con il progressivo declino dei parlanti e degli scrittori del dialetto, l’accento così caratteristico rischia di scomparire nel vortice dell’omologazione linguistica. Se la lingua dialettale parlata è in crisi, ci si può immaginare che quella scritta subisca tempi ancora più oscuri. In provincia di Brescia, il numero di coloro che possono scrivere e comprendere le sfumature della grammatica locale è drasticamente ridotto, una tendenza che si riflette anche a Lumezzane.

L’adozione della scritta “Lömedhane” sulle nuove insegne ha acceso i riflettori su questo delicato equilibrio tra dialetto bresciano e valgobbbino. Mentre alcuni accolgono con entusiasmo questa rappresentazione dell’accento locale, altri la ritengono inadeguata o persino scorretta dal punto di vista grammaticale.

Una questione che apre un capitolo ancor più complesso e preoccupante: quello della progressiva sparizione della lingua che ha accompagnato la vita delle scorse generazioni. Una tendenza osservabile in molte comunità locali in tutto il mondo. Il dialetto non è solo un mezzo di comunicazione, ma porta con sé secoli di storia, tradizioni e identità culturale. La sua perdita rappresenta non solo una diminuzione della diversità linguistica, ma anche un impoverimento della ricchezza culturale di una comunità. Oltre al rischio di perdere le sfumature e le peculiarità linguistiche, la scomparsa di una lingua comporta anche la perdita di un importante legame intergenerazionale.