Il restauro di Santa Margherita

Il restauro di Santa Margherita

Simile est regnum caelorum homini negotiatori quaerenti bonas margaritas”.

È questo il testo originale del celebre passo del vangelo di Matteo in cui si dice che “il regno dei cieli è simile a un mercante che va alla ricerca di perle preziose”. In latino “margarita” corrisponde quindi alla perla preziosa, al piccolo gioiello che va curato e conservato. Non è forse vista nello stesso modo anche la chiesa di Santa Margherita? Antica, bella, un valore per l’intera comunità e un luogo da salvaguardare. Con questo spirito dal 1999 il gruppo Amici di Santa Margherita, soprattutto sulla spinta di Roberto Bugatti, si è impegnato nel restauro della chiesa e nel ripristino della tradizionale festa, per rinvigorire l’attenzione e l’affetto delle persone verso questa perla preziosa.

Gli interventi sono stati molteplici, dalla ricostruzione del tetto al restauro interno della pala, degli affreschi e dei banchi. Oltre a ciò sono state realizzate la zona cucina, la terrazza e il salone polivalente. Quest’ultimo verrà messo a disposizione dei gruppi parrocchiali, delle famiglie e della comunità civile così da rendere la zona adiacente alla chiesa un punto di ritrovo e farle assumere un ruolo ancora più rilevante nella città. I lavori hanno proceduto un po’ a rilento per via delle sovrintendenze, ma si è quasi giunti al traguardo e infatti la chiesa e la zona circostante verranno inaugurate con la santa messa e un momento di festa sabato 1° giugno, a conclusione del mese mariano.

La storia della chiesa di Santa Margherita ha radici molto antiche. È stata riconosciuta nel 1567 dall’allora vescovo di Brescia Domenico Bollani e già allora era in uso celebrare la festa tradizionale dedicata alla patrona e protettrice dei contadini. Presumibilmente si trattava di un’edicola votiva, quella che nella nostra zona viene chiamata “santello”, di piccole dimensioni, aperta sul davanti e con un cancello sulla facciata. Il sito è stato riedificato a partire dal 1625 per essere trasformato in un eremo dotato di una pala d’altare dedicata a Santa Margherita. La storia prosegue nel corso dei secoli tra la presenza di religiosi che conducono una vita solitaria, le visite dei vescovi e la frequentazione dei fedeli, fino a quando negli anni ’40 del ‘900 si è sentita l’esigenza di rinnovarne gli ambienti per ridarle splendore. Il furto del 1990 l’ha impoverita notevolmente privandola della cornice dell’altare maggiore, della porta del confessionale e di numerose sculture lignee, ma chi è profondamente legato a questa chiesa non si è scoraggiato e ha dato il via a una serie di misure di recupero e riparazione per migliorarne le condizioni.

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ELISA BELOTTI