RUBRICA, Erborista: l’ immortale

RUBRICA, Erborista: l’ immortale

Quella che il bruco chiama fine del mondo,

il resto del mondo chiama farfalla

Lao Tzu

L’Elicriso, Helichrysum italicum, appartiene alla famiglia delle Asteraceae. La pianta è un cespuglio alto dai 25 ai 40 cm con i rami legnosi e contorti. Le foglie sono lineari, fitte, di colore verde argentato. I fiori, di colore giallo chiaro, sono riuniti in capolini a gruppi di 12-23. Fiorisce tra giugno e settembre. Cresce in ambienti assolati e aridi  nell’entroterra collinare e lungo i litorali dai 600 ai 1300 m.s.l.m.. In Italia è presente soprattutto nel centro-meridione e nelle isole.

Il suo nome deriva dal greco Heliòs: sole e crhysò: oro con allusione al colore dei suoi capolini floreali.

La droga è costituita dai capolini fioriti, molto ricchi di flavonoidi e di olio essenziale. I capolini essiccati possono essere utilizzati in infuso, freschi messi a macerare in olio per la preparazione dell’oleolito o distillati in corrente di vapore per ricavarne l’olio essenziale.

Per la preparazione dell’oleolito vanno messi in un litro di olio di oliva o di mandorle circa 200 gr di capolini freschi. Il contenitore va esposto al sole per circa un mese. Si deve poi scaldare lentamente a bagnomaria per eliminare la parte acquosa; infine si filtra il tutto. L’olio così ottenuto è utile in caso di arrossamenti della pelle.

Il suo impiego medicinale è noto fin dall’epoca greco romana. Castore Durante (XVI sec) scrisse: “La infusione fatta nel vino apre l’oppilazione del fegato. Il perchè si da utilmente nel trabocco del fiele e nei principi dell’hidropisia. Dassi utilmente l’erba in polvere o la sua decozione a l’urina ritenuta, perciò purga i reni e fa uri-nare [..] medesimamente bevuta da digiuno in vino bianco inacquato, proibisce il catarro”.

Con la distillazione di 100 kg di pianta si ricavano 70/80 gr di olio essenziale di eli-criso, che presenta una colorazione giallo chiara e un aroma che può ricordare quello della liquirizia e della camomilla. Avendo proprietà antiinfiammatorie e anticoagu-lanti viene molto utilizzato incorporato ad una crema base o ad un olio vegetale per il trattamento di couperose, varicosità di vene e capillari, acne rosacea, contusioni ed ematomi.

Immortelle spesso è il suo appellativo, dono prezioso della terra desertica e sassosa e del sole mediterraneo, i cui fiori mantengono il luminoso colore giallo e il profumo inalterato per molto tempo. Questa sua forza identifica il suo elevato potere antios-sidante.

L’aromaterapia lo riconosce per le sue qualità solari che accendono ‘quella luce in fondo al tunnel’, e per la capacità di ‘radicare’ i pensieri e le emozioni eccessivamente aeree; per la sua sincerità e onestà viene impiegato con l’intenzione di ‘sciogliere i nodi’, scaldare nel profondo e nutrire l’affetto e la speranza.

La Dott.ssa Campanini riconosce alla pianta le seguenti proprietà: antiossidante, antiepatotossica, bechica e balsamica, antiinfiammatoria, antiallergica ed eudermica. Pertanto lo indica per uso interno per il trattamento di dermopatie, epatopatie, sindromi allergiche, bronchite subacuta e cronica con o senza sindrome asmatica o efisema; per uso esterno invece per psoriasi ed eczemi, scottature, ustioni, geloni. In letteratura non sono segnalati effetti secondari e tossici, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale.