RUBRICA, Bufale: bambini scomparsi

RUBRICA, Bufale: bambini scomparsi

 

In Italia si sentono spesso racconti di bambini rapiti dagli zingari, alcuni riportati con dettagli sul luogo, sulla data e sulla dinamica dell’accaduto. Bambini che poi vengono inseriti nel mondo della prostituzione o lo spaccio di droga. Chi non ha mai sentito la drammatica storia del mancato rapimento del bambino per mano di una zingara in un Centro Commerciale? Questa bufala tocca le corde più sensibili dei genitori, viene ambientata in un luogo pubblico dove la madre, per un attimo, perde di vista suo figlio. Quel secondo è sufficiente per fare entrare in azione una signora Rom, che con la sua gonna lunga, nasconde ed allontana il bambino, per mettere in pratica il suo diabolico piano. Appena lanciato l’allarme, le guardie si attivano e riescono a trovare il piccolo nei bagni, con i capelli tagliati dalla signora (in altre versioni con i capelli tinti), nella speranza di eludere i controlli e fuggire dal Centro indisturbata. C’è chi sostiene che sia successo alle Rondinelle, altri alla Freccia Rossa o in Stazione, vi assicuro che in ogni paese della penisola troverete traccia di questo racconto, senza mai aver la possibilità di sapere a chi è realmente successo.  “Ogni anno, le numerose denunce di minori scomparsi che arrivano alle Forze di Polizia destano sconcerto e preoccupazione nell’ opinione pubblica. In realtà il fenomeno, se pur da tenere sotto osservazione e controllo, va ridimensionato alla luce di una attenta lettura dei dati a disposizione”. Chi scrive queste righe non è un pericoloso buonista nascosto nella sede di qualche sciagurata organizzazione umanitaria, è la Polizia di Stato, che ha aperto un dossier per documentare i casi di bambini scomparsi. Prima di tutto bisogna precisare che le statistiche non parlano di bambini, ma di minori e quindi, nella maggior parte dei casi, di persone vicine alla maggiore età. Circa l’80% dei minori che scompaiono, spiega la Polizia, rientrano nella categoria dei cosiddetti allontanamenti volontari. Sono, cioè, minori che, per svariati motivi, decidono di lasciare l’abitazione familiare o la comunità cui sono affidati. Accade spesso che un bambino, o un adolescente, scappi volontariamente dalla propria famiglia di origine: può trattarsi di una fuga d’amore, della volontà di abitare con altri parenti diversi dai genitori, di una ragazzata o quant’altro. In questi casi, il minore viene ritrovato dalla Polizia, e riportato nella famiglia di origine: il bambino, allora, non viene più classificato come scomparso, la segnalazione viene chiusa, ma la traccia rimane. Una seconda casistica, altrettanto frequente, riguarda principalmente i figli dei Rom. Molti bambini vengono “prelevati” dai campi nomadi (a seguito di segnalazioni al Tribunale per i Minorenni da parte degli assistenti sociali o della stessa polizia) e portati in appositi centri di accoglienza. Lo si fa, in teoria, per il loro bene (nel superiore interesse del minore, recita la legge) ma i minori, non apprezzano l’interessamento delle istituzioni, e scappano dai centri di accoglienza. Le fughe dalle comunità caratterizzano, in particolar modo, i figli delle famiglie nomadi che, non riuscendo ad adattarsi alla nuova vita comunitaria, scappano dall’istituto per tornare presso le famiglie di origine.  Dunque, l’80% dei casi di minori scomparsi riguarda queste due fattispecie ed il restante 20% è un dato che, spiegano ancora le forze dell’ordine, è destinato a decrescere ancora, perché succede frequentemente che il minore allontanatosi volontariamente decida, anche a distanza di tempo, di farsi nuovamente vivo con la famiglia, i quali, comprensibilmente felici per il rientro, dimenticano di informare le Forze di Polizia. I casi effettivi di minori irrintracciabili, dunque, si riferiscono ad episodi piuttosto rari. Quando ci capita di sentire notizie sensazionalistiche legate al numero di bambini che scompaiono ogni anno, dovremmo fare molta attenzione al significato di quel numero che, seppur drammatico, deve tener conto di situazioni come quelle descritte sopra. In conclusione, per far chiarezza sul presunto fenomeno dei bambini rapiti dai Rom, possiamo sostenere che è possibile trovare molte notizie e pseudo testimonianze, ma non vi è traccia concreta di un solo caso. Non si vuole di certo minimizzare sul fenomeno della scomparsa reale di bambini, riportarlo alla giusta dimensione è una forma di rispetto nei confronti di quelle famiglie che hanno subito un rapimento e più in generale a tutte quelle persone che inspiegabilmente hanno perso le tracce dei propri cari.